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  • Immagine del redattoreMadeleines & Cahiers

I libri come mezzo di salvezza.

Aggiornamento: 14 feb 2021

Un po’ in ritardo, perché ottobre è stato per me un mese folle, ma ecco il mio contributo alla bookchallenge su Instagram #cinaegiapponeinlibri di @parli.amo.ne - il tema di ottobre era la fondazione della Repubblica popolare cinese e il periodo della rivoluzione culturale. Sarò sincera, è stato fino a poco tempo fa un periodo di cui non sapevo tanto e per questa challenge ho deciso di sfiorarlo con un libro che è ambientato nel pieno della rivoluzione e che però al lettore dà l’idea di guardarla dal di fuori, da lontano. Ho letto il libro il mese scorso dopo averlo visto più volte raccomandato caldamente da @scaffalecinese - Ora sono io a consigliarlo a chiunque.

"Balzac e la piccola sarta cinese" di Dai Sijie, scrittore cinese residente da lungo tempo in Francia.



L’ho trovato un libro molto scorrevole e altrettanto coinvolgente: leggendolo ho riso, mi sono emozionata e immedesimata nei giovani protagonisti, ritratti in modo vivido dall’autore. Due ragazzi appena diciottenni vengono mandati al campo di rieducazione in uno sperduto villaggio del Sichuan tra fango e pidocchi; la loro dura vita viene alleviata da una valigia piena di libri occidentali che apre la loro mente e soprattutto quella della figlia del sarto della zona, una graziosa fanciulla affascinata dalle storie, al punto di trovarvi l’ispirazione per cambiare il proprio destino. Questa lettura così piacevole è quasi un Bildungsroman - senza averne la lunghezza e la pesantezza - che se da un lato ci fa sbirciare nella realtà dei campi rieducativi cinesi degli anni Settanta, dall’altro ci porta in quella realtà attraverso una storia di amori e passioni giovanili che tutti abbiamo vissuto in modo simile ai tre ragazzi. Devo ammettere che il finale mi ha un po’ sorpresa, perché mi aspettavo di vedere conclusa la vicenda di tutti i personaggi e forse in modo diverso; ma è stata comunque una sorpresa piacevole quella delle ultime pagine.

Ovviamente, ve ne consiglio caldamente la lettura, che sarà velocissima oltre che scorrevole, anche per lo stile della scrittura: per me, come linguista e traduttrice, è stato un gran conforto sapere che la versione tradotta che leggevo non era poi così distante dal l’originale, scritto in francese, e quindi ho potuto davvero apprezzare lo stile dell’autore, che con eterea leggerezza ha aperto un originale spaccato su una difficile realtà della recente storia cinese.

L'autore ha anche diretto l'omonimo film del 2002 con Zhou Xun nel ruolo della piccola sarta.


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