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Il villaggio degli ultimi

Yan Lianke, “Il podestà Liu e altri racconti”,

trad. Marco Fumian, Atmosphere libri: 2017, 188 p., 15€.


Oltre a essere uno dei più grandi scrittori cinesi contemporanei, Yan Lianke è anche uno dei più controversi per la sua aspra critica al governo, al punto che alcune opere sono fermate in patria dalla censura e pubblicate solo all’estero.

Questa breve raccolta di sei storie tutte ambientate nella Cina rurale ci offrono uno stile e una scrittura aspri, forti. I racconti oscillano tra il grottesco e il surreale, ma tutti sono permeati da un chiaro senso di critica nei confronti dell’amministrazione locale come ramificazione del governo centrale, che sembra spesso cieca, a volte volutamente, rispetto alla realtà della vita della gente. Come ci racconta la storia che dà il titolo alla raccolta, spesso non si guarda ai mezzi per ottenere risultati con cui pavoneggiarsi di fronte alla dirigenza del Partito. Così il podestà Liu non solo chiude entrambi gli occhi, ma è lui stesso a incoraggiare gli abitanti del suo villaggio ad andare in città e far soldi in qualunque modo, anche vendendo se stessi e la propria dignità, arricchirsi e poi tornare e trasformare un villaggio rurale senza corrente elettrica o strade in un agglomerato di palazzi padronali costruiti con materiali di provenienza europea. Grottesco, come una gioielleria in mezzo ai campi.

I primi quattro racconti sono quelli che ho apprezzato di più, sia come storie che come stile. A tratti mi ricorda la crudezza di tanti passi di Mo Yan, ma ritrovo anche l’ironia, il surreale e il tragicomico quasi, di altra letteratura cinese contemporanea; anche se non ho riso stavolta, come con Liu Heng. Yan Lianke è più critico, più impietoso nel suo giudizio e ci restituisce un quadro dettagliato e multicolore della Cina più remota, attraverso gli ultimi, personaggi poveri, ignoranti e scapestrati, sprovvisti dei mezzi per comprendere la realtà che li circonda. Una lettura che consiglio a chi voglia conoscere e capire meglio certe contraddizioni di questo grande Paese e incontrare un grande autore che non teme di esprimere il proprio dissenso.


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