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  • Immagine del redattoreMadeleines & Cahiers

Maestri e lezioni non imparate


Marcello Fois,

L'invenzione degli italiani. Dove ci porta Cuore.

Torino: Einaudi, 2021. 104 pp., 12€.








Ho acquistato questo libro innanzitutto per un motivo personale; poi, appurato di cosa trattasse, mi sono interessata molto anche al libro in sé.


È un volumetto agile di novanta pagine, molto ben scritto, che si propone di mostrare come uno dei libri più famosi della letteratura italiana, e forse anche uno dei più snobbati, abbia costituito il fondamento dell’identità italiana, o di ciò che gli italiani credono di essere e come invece dovrebbero essere. Il libro in questione è Cuore, di Edmondo De Amicis, un libro che almeno nella mia generazione dovremmo aver letto tutti alle elementari  e che forse ricordiamo come abbastanza patetico, oggi, come sottolinea Fois nel suo testo, diremmo “buonista”.


È buonista? Forse. O forse no, perché mentre immagina e ci presenta una realtà alternativa, un “mondo possibile”, in cui le persone sono come dovrebbero essere, buone e oneste, ovvero come gli italiani credono di essere, dipinge questa utopia - perché l’opera è utopica, e forse anche lo stesso De Amicis ne è consapevole - a partire dalla vera realtà degli italiani, in cui quasi tutti non sono né buoni né onesti, sicuramente non entrambe le cose insieme.


Fois ritiene che il capolavoro deamicisiano volesse dare, nelle intenzioni dell’autore, “le possibili coordinate di un popolo nel caos di differenze apparentemente irreconciliabili”. Ciò che trovo più interessante in questo libro dello scrittore nuorese, è come egli tracci un parallelo perfetto tra il mondo che De Amicis sognava di “correggere” (non a caso ambientandolo a scuola, sotto l’egida di un Maestro) e il nostro presente, che soffre degli stessi problemi e in cui noi ci portiamo ancora dietro gli stessi imperdonabili difetti.


L'autore fa riferimenti chiari e diretti a situazioni, fatti e personaggi (anche e per lo più politici) per mostrarci come il diario Cuore sia oggi più attuale, e necessario, che mai, “un vademecum per comprendere il presente, per capire dove affondano le sue radici”. E la cura ce la dà mostrandoci spietatamente quale è la realtà, quale è la nostra vera identità: Cuore è un selfie: la nostra immagine come dovrebbe essere, ma come non è”. 

Sapevo che questo libretto si proponeva di esplorare dove originasse l’idea che gli italiani hanno di sé e come essa non corrispondesse alla realtà (perché i fatti ce lo dicono chiaramente). Non mi aspettavo però che Marcello Fois riuscisse a esplorare e poi rendere in modo così chiaro, efficace e breve la discrepanza tra questa realtà e l’illusione di cui ci siamo nutriti per almeno 150 anni. Credo che questo sia un libro che ogni italiano debba leggere, proprio tutti tutti. Lo renderei anche lettura obbligatoria alle superiori e guida per gli insegnanti degli altri ordini scolastici quando si affronta la lettura di Cuore. Leggetelo, fatevi questo grande favore.

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Tornando alla mia nota personale, questa non risiede nel fatto che io e Fois siamo di fatto concittadini (sebbene io qui non ci sia nata e abbia le mie origini altrove; però ci sono cresciuta).


Il motivo primo e principale per cui ho acquistato questo libro è che parla del mio maestro, un Maestro di quelli con la maiuscola, come già allora non ce n’erano quasi più, e che ho sempre ricordato con gratitudine e affetto. A quanto pare Marcello Fois e io abbiamo in comune più della cittadinanza.


Poi leggendo il libro, nello stesso capitolo in cui si parla del mio

amato maestro, Fois parla anche di Giovanni Mosca

e del suo Ricordi di Scuola,








che il maestro ci regalò in quinta elementare come dono di commiato.

♥️ Il maestro Olla oggi storcerebbe il naso, anzi no, si arrabbierebbe proprio a vedere come la distanza tra la nostra idea di italiani buoni e onesti sia così (irrimediabilmente?) lontana dalla realtà delle nostre azioni e dei nostri pensieri.

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