top of page
Cerca
  • Immagine del redattoreMadeleines & Cahiers

Nata in un mondo per uomini

Senza sapere di cosa la storia parlasse, ma semplicemente fidandomi del fatto che avesse avuto un grande successo di pubblico e critica, ho acquistato questo libro tempo fa e l'ho letto ora, appena terminato quello di Kawakami Mieko.

Non sarebbe potuto essere un momento migliore per predere in mano questo esile volume di circa 162 pagine nella sua traduzione inglese (il libro è, ovviamente, inedito in Italia. E non aggiungo altro).


Si tratta del terzo romanzo di Cho Nam-joo, un'autrice televisiva che, lasciato il lavoro dopo la maternità, ha iniziato una carriera di scrittrice, ispirandosi anche alle proprie esperienze di vita.


Il romanzo si intitola 82년생 김지영 ("Kim Ji Young, nata nel 1982") e Kim Ji Young è la protagonista della storia. La narrazione ha inizio descrivendo la situazione corrente della vita di Ji Young, nell'autunno 2015: ha 33 anni, è sposata, ha una figlia di poco più di un anno e ad un certo punto inizia a manifestare sintomi di un qualche disturbo mentale. Questa breve parte introduttiva finisce con la presa di coscienza del marito e della stessa Ji Young che qualcosa non va.



A questo punto la narrazione compie un balzo temporale indietro all'anno della nascita di Ji Young, il 1982, e raccontando la sua infanzia, compie un excursus sulle vite della nonna e della madre, nonché della sorella. La storia della vita di Ji Young, dalla nascita al presente narrativo, l'autunno 2015, è divisa in sezioni: autunno 2015 (il presente in cui Ji Young inizia a stare male), infanzia, adolescenza, inizio della vita adulta e matrimonio. L'ultima sezione del libro si intitola invece 2016 ed è sicuramente il punto più soprendente della narrazione.


Il tema dell'opera è quello della condizione femminile in Corea oggi, di cui si tracciano riferimenti al passatoa ttraverso le vicende di vita della nonna e della madre di Ji Young, ma anche della vita della stessa Ji Young e di sua sorella, finché vivevano nello stesso tetto, e poi in particolare quella della sola Ji Young, che è però paradigma della vita di tutte le donne coreane del suo tempo.

Il narratore anonimo in terza persona descrive le vicende alternando un punto di vista del tutto esterno e distaccato, a momenti in cui sembra veramente raccontare ciò che passa per la mente di Ji Young. L'identità e la natura di questo narratore verranno svelate solo alla fine del libro e sono state per me oltre che una sorpresa, anche l'elemento che ha elevato il liello di un libro comunque molto interessante e molto ben scritto, che dipinge una situazione in cui la maggior parte delle donne, in Corea e altrove, può identificarsi a vari livelli.

Le vicende e le riflessioni di Ji Young, presentateci da questa anonima figura narrante, tracciano un resoconto tanto reale e veritiero quanto inconcepibile e irritante di come le donne, ancora oggi, nel 21° secolo, subiscano, fin nei piccoli gesti e nelle frasi più insignificanti, una forma di discriminazione e, spesso, violenza che secoli di presunto progresso umano non riescono a cancellare.


La narrazione è sempre molto scorrevole, mai pesante; non c'è spazio per superflue digressioni: qui a contare sono solo i fatti che Ji Young e le altre donne vivono e subiscono e le riflessioni che ne scaturiscono. Il tutto è continuamente puntellato di riferimenti a dati statistici sulla condizione femminile, con tanto di riferimenti bibliografici a documenti realmente esistenti. La vicenda è quindi saldamente acnorata alla verità storica che racconta.


Il sorprendente finale della storia sembra darci una speranza: non svelo se poi effettivamente la speranza sia confermata o meno, perché rovinerei il finale del finale. Quello che invece posso dire è che per me, la speranza in questa narrazione proviene dal fatto che tutte le donne del libro, almeno a partire dalla madre di Ji Young in poi, stanno non solo prendendo coscienza della discriminazione tout-court subita dalle donne, ma stanno alzando la testa, prendendo in mano le armi e cercando di sfidarla e combatterla a modo loro. Questo è un messaggio appunto di speranza e di grande consolazione, soprattutto perché tanto in Corea quanto in altri Paesi vicini, in cui il patriarcato domina incontrastato, si vedono negli ultimi tempi movimenti e segni concreti di una volontà di cambiamento, almeno da parte delle donne.


Detto questo, noi in Italia non possiamo certo ergerci a dispensatori di morale e civiltà o a giudicatori di culture e realtà altrui, perché ultimamente vedo, soprattutto nelle donne e questo mi terrorizza, una pericolosa tendenza a compiere lunghi passi indietro rispetto ai diritti conquistati come donne.

Per questo motivo, oltre che per il valore narrativo del libro, credo che possa essere utilissimo leggerlo da parte delle donne italiane; perché attraverso la messa in luce di comportamenti discriminatori anche nelle piccole vicende quotidiane a cui raramente si dà importanza, può far prendere coscienza di come, in realtà, anche qui non siamo affatto avanti con il progresso della civiltà umana.


Certo, mi dispiace molto che per leggerlo si debba comprare una traduzione straniera (ma io lo avrei fatto comunque...), perché questo libro non è stato pubblicato in Italia. D'altro canto, non mi stupisce che sia così, perché in un Paese in cui le opere di uno scrittore come Kim Young Ha vanno fuori catalogo, c'è poca speranza che possa esserci spazio per altre opere di indubbio valore letterario, ma anche tematico e socio-culturale (a eccezione di qualche caso, come quello della traduzione di "Seni e uova" di Kawakami Mieko, che però, avendo ricevuto la "sponsorizzazione" di Murakami H., poteva profilarsi come un'operazione editoriale non priva di speranze di successo). Io mi offro con entusiasmo come traduttrice di questa - e altre opere coreane - qualora qualche editore volesse ampliare gli orizzonti della propria casa editrice e dei lettori italiani, che, a essere proprio franca, ne hanno non poco bisogno.


Fuor di polemica, spero di aver incuriosito almeno qualcuno tanto da farvi cimentare nella lettura di questo bel libro, seppure in edizione straniera (inglese o altro); che tra l'altro è sempre un utile esercizio per la mente.



11 visualizzazioni0 commenti

Comentarios


bottom of page