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  • Immagine del redattoreMadeleines & Cahiers

Viaggio in un'isola di sentimenti

Aggiornamento: 17 nov 2019

Alcuni mesi fa vidi, forse su Facebook, un post pubblicitario di Netflix con il trailer di un film che avrebbero dovuto trasmettere in vari Paesi di lì a un po' di tempo. Mi innamorai della storia accennata nel video e sperai che sarebbe poi uscito in dvd, perché io non uso Netflix. Ma ero troppo curiosa e un po' innamorata, così in una ricerca di 1 minuto scoprii che il film era uscito nelle sale inglesi mesi prima (aprile 2018) e si trovava già in dvd. Misi per il momento da parte l'informazione, ma poco tempo fa, finalmente, ho acquistato il dvd su Amazon e proprio ieri sera ho guardato il film che mi aveva conquistata con un trailer, come non mi accadeva perlomeno da anni.




Il film è adattato da un romanzo storico in forma epistolare, iniziato da una scrittrice americana, Mary Ann Schaffer, deceduta purtroppo prima che la sua opera potesse giungere alle stampe. Ci giunse grazie al lavoro di un'altra donna americana, la scrittrice Annie Barrows, che si è preoccupata di dare forma editoriale alle belle pagine scritte dalla Schaffer. Il romanzo, dal lungo e curioso titolo (omonimo del film) è stato pubblicato nel 2008 per Dial Press.

Il libro è nel mio carrello del prossimo ordine Amazon e non vedo l'ora di leggerlo per vari motivi; uno è che ho sempre apprezzato i romanzi epistolari, un altro è vedere non solo se il film ha ben rappresentato le atmosfere del romanzo, ma anche, viceversa, se il romanzo effettivamente suscita le stesse emozioni del film. Non avendo ancora letto il romanzo non posso dire quale dei due mi sia piaciuto di più, ma il film mi è piaciuto talmente tanto che se il libro dovesse essere meglio, troverà sicuramente un posto nei ripiani dedicati ai libri preferiti della mia libreria.

IL FILM: UN BREVE GIUDIZIO

L'attrice protagonista per me era una garanzia: ho sempre molto apprezzato le interpretazioni di Lily James, dal suo ruolo di Rose in Downton Abbey (tra l'altro c'è più di un attore del cast di Downton Abbey nel film: Matthew Goode, Penelope Wilton, Jessica Brown Findlay) a quello di Elizabeth Layton in Darkest Hour. Non conoscevo gli attori dei protagonisti maschili, sinceramente, ma a dire il vero non guardo tanto al cast quando scelgo un film (certo, se recitano attori che ammiro e mi piacciono sono più contenta 😂 ).

Era abbastanza una garanzia anche la regia (Mike Newell, regista, tra l'altro di Quattro Matrimoni e un Funerale), come la produzione anglo-francese; sono una grande estimatrice del cinema inglese e gradisco anche il cinema francese, quindi mi sono subito sentita rassicurata sulla qualità e la cura che erano sicuramente state profuse in questa produzione.

Non sono rimasta delusa. Ribadendo che non posso dare giudizi sul film in quanto trasposizione di un romanzo, posso comunque dare il mio giudizio al prodotto cinematografico in sé. Gli attori sono stati davvero bravissimi, perché la varietà, le note di intensità e i colori delle emozioni trasmesse sono davvero impressionanti. Si ha la sensazione, in alcuni momenti, di conoscere questi personaggi, così come interpretati dagli attori, da sempre, come fossero protagonisti di una storia che abbiamo già imparato a conoscere e a cui siamo affezionati da tempo. Al contrario, alla fine, il film ti fa desiderare che ne venga prodotta anche una serie... Le ambientazioni e i costumi sono superbi e il fatto che la vicenda si concentri su una parte dell'Inghilterra e più in generale dell'Europa a cui, almeno in Italia, non si è mai dato tanto peso nello studio della Seconda Guerra Mondiale, è stato per me particolarmente interessante. I tedeschi erano proprio a un soffio dalla conquista dell'Inghilterra e se questo fosse davvero accaduto, chissà come sarebbe stato il mondo oggi...


La costruzione degli eventi nel film, con continui flashback vissuti attraverso le lettere di Dawsey a Juliet, o i racconti dei vari personaggi e abitanti del villaggio di Guernsey che tracciano un ritratto di Elizabeth, è molto ben strutturata e anche se vogliamo sapere di più, ci viene in realtà detto tutto ciò che è necessario sapere. La protagonista, Juliet, è una donna emancipata e coraggiosa, piena di vita, ma che si trascina allo stesso tempo un'oscura inquietudine; nonostante ciò, non perde la capacità di credere nei rapporti umani e nei sentimenti vissuti in modo profondo e autentico. Soffriamo con lei quando non riesce ad essere sincera con se stessa e con gli altri, ma devo dire che in nessun momento ho pensato che avrebbe rinunciato a perseguire la propria felicità. A sostenerla c'è poi un personaggio che tutti sognamo di avere accanto, un suo amico d'infanzia, che la sprona a cercare e a lottare per la propria realizzazione e felicità.



Gli abitanti di Guernsey, le cui vite si intrecciano con quella di Juliet, sono un gruppo di personaggi, ognuno con il proprio ingombrante fardello di dolore, che non perdono nonostante tutto la loro voglia di stare con gli altri, di dare, di proteggere, di condividere, di voler bene. I rapporti che si instaurano tra loro, ma anche tra loro e Juliet, hanno una qualità commovente che trascina anche noi nel loro intreccio. In questo senso trovo perfetta una battuta di Juliet che scrive di vedere in loro una famiglia: "Without knowing it, I feel I've been searching for the old familiar faces myself for many years now, and can't quite account for why I recognize these as yours. But I do". ("Senza rendermene conto, credo di aver anch'io cercato quei volti familiari per tanti anni; e non so spiegare bene perché li ritrovi nei vostri, ma è così", trad. mia).



Ci sono storie di bellissime amicizie in questo film, ma anche tante travolgenti storie d'amore, che mai, neppure per un secondo, scadono nello sdolcinato o nel patetico: la storia di Elizabeth e Christian è profondamente bella e significativa, dato il contesto, e vuole proprio simboleggiare la trascendenza di un sentimento rispetto alla storia, alle azioni umane, alle aspettative altrui. Juliet nell'amore trova rifugio da paure e dolori e in questo film la seguiamo mentre acquista man mano il coraggio di compiere un passo verso l'amore e la felicità che desidera, ma anche che le si addice.




Non tutti dobbiamo trovare la felicità allo stesso modo e sicuramente nessuno la può trovare lì dove la società si aspetta o pretende che la troviamo; in questa storia ci sono degli esempi molto chiari a riguardo e al contempo delicatamente rappresentati di questo senso di assoluta libertà e autenticità dell'amore.

Sono rimasta sinceramente colpita: mi sono trovata a emozionarmi come non mi capitava davvero da tanto per un film, quando Juliet è andata a chiedere ospitalità a Isola o quando lei e Sidney seduti sul divano del suo studio parlavano di come Juliet dovesse essere felice e buttarsi dove la guidava il suo cuore. Mi è perfino venuta voglia di provare a cucinare la Potato Peel Pie, sebbene già sappia che ha un gusto "awful", terribile, disgustoso.


Non vedo l'ora di tuffarmi tra le pagine del libro, soprattuto perché spero che lì ci sia ancora di più e quindi mi attendano più sfaccettature, informazioni, immagini ed emozioni, insomma un modo per continuare, ancora per un po', a vivere questo sogno della piccola Guernsey.

Un altro link interessante sul film: click

 

Spero davvero di avervi incuriosito almeno un po', perché a mio parere questo è un film che merita di essere visto. Non vi dico che sarà il film più bello che potrete mai vedere; vi dico solo che è un film che vi emozionerà.

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