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  • Immagine del redattoreMadeleines & Cahiers

Uomini e animali

Quando ero piccola mio nonno mi raccontava spesso della sua esperienza in guerra: ci andò per ben due volte, prima nella campagna d'Africa in Etiopia e poi, durante la guerra, sul fronte dei Balcani meridionali, in Albania. In quegli stessi anni studiavo storia a scuola e in quinta elementare rimasi profondamente colpita e incuriosita dalla Grande Guerra. Anni dopo, un po' più grande e più consapevole, un giorno vidi a casa un libro con un titolo molto affascinante Il sergente nella neve: intuii subito che si parlava di guerra e poi c'era la neve, che all'epoca adoravo. Lo presi dallo scaffale e mi misi a leggerlo. Fu questo il mio percorso di avvicinamento a Mario Rigoni Stern, del quale lessi poi in successione tutti i libri che dedicò alle sue tragiche esperienza di guerra.

Molti anni dopo, all'ultimo anno di università, nel bellissimo corso di Letteratura Anglo-Americana tenuto da due bravissimi docenti, incontrai un filone letterario che in Italia all'epoca era sconosciuto (anche oggi non è che proprio cavalchi i titoli delle riviste di settore): la Nature Writing, ovvero una scrittura normalmente in prosa e narrativa (sia di finzione che non), ma con anche poeti tra i propri esponenti, che punta l'obiettivo su un tema che in realtà dovrebbe invadere i nostri pensieri, le nostre conversazioni e soprattutto le nostre azioni sempre. La Nature Writing (che alcuni chiamano anche Conservation Writing) si occupa di rappresentare e riflettere allo stesso tempo sul rapporto che intercorre tra l'uomo e l'ambiente, nel presente storico. Da amante della natura ancor prima che amante della parola, fui travolta da una sincera passione per questa letteratura e la nostra docente ci presentò la piccola, ma per fortuna esistente, realtà italiana in tema di Nature Writing. L'esponente di spicco era lui: Mario Rigoni Stern. Ne fui sorpresa, perché fino a quel momento lo conoscevo solo come narratore di uomini e guerre, invece era anche un eccezionale narratore di uomini e natura, uomini e animali. Negli anni successivi lessi tante delle opere che aveva dedicato alla natura della sua bellissima terra (l'altopiano di Asiago), e di recente ho ripreso a leggerlo, con volumi che ancora non avevo avuto modo di sfogliare.


La mia prima lettura dell'anno 2020, del decennio '20 del XXI secolo anzi, è stato proprio un libricino di racconti intitolato Il libro degli animali (Einaudi, 7a ed. 2005). Alcuni di questi racconti erano già stati pubblicati in altre raccolte, altri erano inediti.





Si tratta di un volumetto di 130 pagine e di racconti tanto brevi quanto vivi, in cui lo scrittore rende un ritratto molto concreto dei suoi incontri e dei suoi rapporti con gli animali o di quelli di altri abitanti della regione. Vi sono racconti di memoria: animali entrati nella sua vita prima della guerra o durante la guerra, quando un capriolo ferito fece compagnia a Lino e i suoi compagni per diversi giorni. Altri racconti sono più riflessivi sul rapporto tra uomo e ambiente in generale, con riferimenti scientifici, dati; o descrizioni di caratteristiche degli animali e dei loro comportamenti. Ci sono poi racconti più personali e a tratti quasi intimistici dei rapporti di fiducia e amicizia che ha instaurato ora con un merlo, ora con degli scoiattoli, o con dei corvi.

Ho apprezzato molto tutti i racconti, ma quelli che ho preferito, perché più in sintonia con le mie emozioni e le mie esperienza sono: - "L'urogallo, il fagiano di monte e la pernice bianca"

- "L'ora del gufo"

- "Un lepre" [sic].

Molto interessante "Una stagione di vita in compagnia..." dove le riflessioni più proprie di una Nature Writing impegnata e attiva diventano protagoniste.

La sua è sempre una scrittura concreta, diretta e, tra un'osservazione scientifica e un'annotazione tassonomica, a tratti sorprendentemente poetica ed evocativa. Ho sempre amato la schiettezza di Rigoni Stern sia uomo che scrittore, e leggere le sue opere è per me una terapia, perché come anche per lui, solo una totale immersione e rispettosa unione con la natura mi procura pace e profonde emozioni; e allo stesso tempo è un ammonimento, perché a pensare che lui già decenni fa registrasse una grave situazione ambientale, è facile immaginare la portata della situazione attuale.

Questa è una lettura che consiglio a tutti: persone che amano la natura, persone curiose di leggere come la letteratura dia spazio agli altri protagonisti della vita sulla Terra, genitori che vogliono trascorrere ore ben spese leggendo insieme ai propri figli, persone che sentano il bisogno di ricollegarsi con se stesse.

Nei prossimi mesi spero di riuscire a recuperare i pochi libri che ancora mi mancano tra i suoi. E voi conoscete la Nature Writing? E avete mai letto qualcosa di questo appassionato scrittore?

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